Riceviamo e pubblichiamo
Signor Governatore,
siamo un gruppo di cittadini e amministratori che seguono con passione le vicende della nostra provincia di Cuneo, e Le indirizziamo questa “lettera aperta” per impegnarLa particolarmente su due importanti questioni che vengono da lontano, ma sono oggi di pressante attualità: la Variante di Demonte (Valle Stura - S.S. 21) e l’Aeroporto di Cuneo-Levaldigi.
Sappiamo tutti che la realizzazione della Variante di Demonte-Aisone-Vinadio è indispensabile a causa del percorso stretto, tortuoso, pericoloso per l’intenso traffico veicolare dei trasporti transfrontalieri con la Francia e per l’incolumità degli abitanti locali; gli effetti dannosi per l’inquinamento, la stabilità degli edifici e l’insicurezza dell’attraversamento di quei paesi sono stati ampiamente documentati. I lavori dell’opera progettata dall’Anas dopo numerose modifiche, e quindi finanziata, sono bloccati da anni per il veto del Ministero dei Beni Culturali, perché vuole tutelare i resti medioevali del Forte della Consolata esistenti nella galleria della Collina del Podio che interferisce sul tracciato.
Poichè singole iniziative del passato da parte di politici ed amministratori non hanno sortito incontri decisivi sulla questione, non rimane che impegnare il Governatore del Piemonte a predisporre una delegazione di consiglieri sia di maggioranza che di opposizione della provincia di Cuneo e di richiedere – con la Sua guida – un urgente incontro con il Ministro dei Beni Culturali per un risolutivo esame e decisione sulla realizzazione del progetto predisposto dall’Anas, atteso da anni dai cittadini della Valle Stura e dagli operatori economici .
Alla luce di una situazione obiettivamente drammatica e non più sostenibile, è necessaria una pressione insistente e congiunta da parte di tutte le forze politiche cuneesi presso il Ministro dei Beni Culturali, e se del caso, richiedere una risoluzione definitiva da parte della Presidenza del Consiglio per sbloccare la situazione e avviare finalmente i lavori per la Variante di Demonte-Aisone-Vinadio in Valle Stura.
Un altro impegno politico di cui si sono perse le tracce è stato richiamato in questi giorni dal comprensibile, ma patetico appello del Consorzio degli operatori turistici a favore della sopravvivenza dell’Aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Il “grido di dolore” è l’ultima, ennesima denuncia della solita storia cuneese: è il sistema di governo improntato all’immobilismo, è l’incapacità di disporre scelte e decisioni, è l’indifferenza di uomini politici, è la inesistenza di una rete, di comunicabilità tra le categorie economiche.
Va ricordato che non fu un vezzo nel lontano 1962 dare vita alla S.p.A. “Aeroporto di Cuneo-Levaldigi” (capitale sociale di 200 milioni) per iniziare su quell’area vastissima libera di ostacoli naturali (che fino all’aprile del 1945 aveva ospitato un attivo aeroporto militare) lavori di ammodernamento con una pista iniziale in cemento di 1.050 metri x 30. Nel febbraio del 1974 il dott. Fissore, dirigente dell’Ufficio Studi della Provincia, nella sua ufficiale “Relazione informativa sull’importanza dell’aeroporto di Cuneo-Levaldigi” fra unanimi consensi concludeva: “L’intervento dello Stato a sostegno dell’iniziativa degli Enti locali avrebbe perciò il carattere di investimento decisamente produttivo a favore di attività esistenti, che potrebbero trarre ulteriore sicuro sviluppo”. La Provincia di Cuneo diventa l’Ente capofila all’interno della S.p.A. , con il 26,5%. Seguono la Cassa di Risparmio di Torino con il 14,2%, la Regione Piemonte 13%, la Cassa di Risparmio di Cuneo 12,5% e altri Enti pubblici tra cui i Comuni di Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Savigliano, Saluzzo, Centallo. Nella Società sono presenti anche associazioni di categoria e privati con quote di modesta entità. Nel 1990 viene ampliata l’aerostazione e la pista allungata a metri 2.100 x 45. Nelle fasi di operatività dal 1968 al 1990 gli investimenti effettuati dalla Società nell’aeroporto ammontano a oltre 22 miliardi di lire (rivalutate secondo il coefficiente Istat) . L’Amministratore delegato di allora avv. Mortarotti dichiara ufficialmente: “A questo punto dobbiamo andare fino in fondo senza reticenze e riserve. L’aeroporto di Torino-Caselle ha potuto progredire negli anni grazie a continui aumenti di capitale”. Il Sindaco di Cuneo Menardi non demorde: “L’aeroporto è l’unica importante infrastruttura realizzata in provincia nel dopoguerra”. Ugualmente il Presidente della Provincia Quaglia: “Visto che non abbiamo collegamenti stradali e ferroviari sufficienti, vorrei che almeno l’aeroporto, che abbiamo realizzato e pagato, venisse riconosciuto per il servizio che può offrire”.
Dall’anno 2009 i conti vanno migliorando; il traffico “low cost” è il mercato di riferimento. La Provincia di Cuneo firma un patto parasociale con la Regione Piemonte e la Camera di Commercio di Cuneo e si sottolinea che “l’aeroporto cuneese rappresenta un asse strategico per la promozione e lo sviluppo del territorio”. Ma arriva il Movimento 5Stelle che infierisce: “Continuare a gettare soldi pubblici nella voragine del bilancio Geac lo riterremmo oltremodo censurabile e perverso”. Gli ambientalisti si agitano: “L’aeroporto non s’ha da far decollare per il forte impatto sulla pianura a Nord di Cuneo, a scapito di ettari di suolo fertile”. Poi ci si mette anche la Regione Piemonte con la ricerca del “sistema aeroportuale piemontese” che deve comprendere anche Biella. Nel 2014 il governatore della Regione Piemonte Chiamparino manifesta l’intenzione di non impegno nella ricapitalizzazione della Società che gestisce l’aeroporto di Cuneo-Levaldigi: “L’aeroporto deve vivere non con i soldi pubblici della Regione”. Così il presidente della Camera di Commercio Dardanello , in pratica unico azionista rimasto in Geac, sbotta: “Sono allibito dal silenzio delle istituzioni. Dove sono i parlamentari, gli assessori e i consiglieri regionali, le fondazioni bancarie?”.
Bisogna rendersi conto che l’aeroporto nei tre grandi periodi della sua vita (1962/1990 – 1991/2006 – 2007/2014) è costato agli Enti pubblici e ai privati della nostra provincia, nonché alla Regione Piemonte e infine allo Stato (assai poco) qualcosa come 70 milioni di euro attuali. Tra alti e bassi, tra ottimismi e delusioni, tra iniziative e vicende alterne, si è poi tirato a campare. Nel 2016 per un nuovo rilancio dello scalo cuneese viene presentato in Camera di Commercio a Cuneo uno studio redatto dall’ing. Stefano Paleari, docente universitario e uno dei massimi esperti del settore:” La grandezza territoriale della Granda va sfruttata a favore di Levaldigi, anche perché il vostro è un tessuto estremamente produttivo, vivo ed attivo. E questa caratteristica deve diventare una forza per lo scalo cuneese. Dalle analisi emerge che è però necessario che sviluppi e concentri tutte le sue forze e le sue potenzialità sul business, sulle capacità imprenditoriali che caratterizzano la provincia. Un rilancio dello scalo cuneese punti quindi sulla capacità di “fare impresa “ dei cuneesi, senza dimenticare un’altra più importante peculiarità della vostra provincia, che è quella legata al turismo perché lo sviluppo commerciale non è sufficiente”. Il prof. Paleari concludeva la sua illustrazione ammonendo che “è necessario che il Governo punti sugli aeroporti remoti efficienti come Cuneo. Un aeroporto è facile da aprire, difficile da chiudere, impossibile da riaprire. Cuneo val bene una messa”.
Signor Governatore, La invitiamo a riprendere questi concetti dimenticati, e Le raccomandiamo di accogliere la nostra proposta di convocare parlamentari e amministratori per richiamarli alla loro responsabilità di rappresentanti politici del territorio. Tutti, una volta per tutte, devono essere chiamati a intervenire e decidere chiaramente la sorte futura dell’aeroporto.
Non rassegniamoci a non fare più niente per questi problemi.
Molto distintamente.
Paolo Chiarenza (ex consigliere provinciale), Guido Giordana (sindaco di Valdieri), avv. Maurizio Paoletti (Boves), dott. Paolo Barabesi (consigliere comunale Cavallermaggiore), dott. Gian Michele Pellerino (Cuneo), gen. Antonio Zerrillo (Alba), avv. Carla Sapino (Moretta), Maurizio Occelli (consigliere comunale Savigliano), Luca Ferracciolo (B.go S. Dalmazzo), Mario Franchino (Beinette), Emiliano Negro (Sindaco Roburent), Carlo Rizzo (Villanova M.vì), Rosalia Grillante (Vicoforte M.vì), Mario Pinca (Saluzzo), avv. Carlo Patria (consigliere comunale Bra). Alfredo Peira (Mondovì), Matilde Esposito (Bra), Vannucci Mauro (Cherasco)