Cronaca - 06 dicembre 2024, 06:58

"Televisori, rubinetti e altri beni erano destinati al macero, altrimenti non li avremmo presi"

Dichiarazioni spontanee dei due imputati nella battute finali del processo ai dipendenti dell’Asl Cn2

Alle battute finali il processo a due dipendenti Asl accusati di peculato e truffa

Alle battute finali il processo a due dipendenti Asl accusati di peculato e truffa

Si avvia alla battute finali il procedimento che presso il Tribunale di Asti vede imputati due dipendenti dell’Asl Cn2 di Alba e Bra, rinviati a giudizio con l’accusa di avere approfittato della particolare situazione logistica dovuta all’allestimento del nuovo ospedale di Verduno, compiuto nel luglio 2020, e al trasloco verso la nuova struttura da quelle del "San Lazzaro" di Alba e del "Santo Spirito" di Bra, per appropriarsi di una vasta serie di oggetti dalla natura più diversa, dai televisori ai rubinetti, al fine di ricavarne un vantaggio personale. 

Da qui l’accusa di peculato di cui i due – uno classe 1964, residente a Bra, difeso dall’avvocato Giorgia Montanara; l’altro, classe 1986, residente a Cherasco, difeso dall’avvocato Roberto Ponzio – sono chiamati a rispondere insieme a quella di truffa, mentre uno di loro è accusato anche di falso per l’aver attestato il possesso di requisiti dei quali non disponeva, nel presentare la documentazione per la partecipazione al concorso col quale venne assunto.

Nel corso dell’udienza preliminare tenuta nel luglio scorso di fronte al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Asti Beatrice Bonisoli, i difensori dei due tecnici, uno dei quali ha intanto rassegnato le proprie dimissioni dall’azienda sanitaria, chiesero che i propri assistiti venissero processati col rito abbreviato condizionato all’audizione di alcuni testimoni, chiamati a riferire in aula sulle condizioni e sulla destinazione dei beni fatti propri dai due. 

La richiesta ebbe il benestare da parte del pubblico ministero Davide Lucignani, così che, nel corso dell’udienza tenuta lo scorso 26 novembre, di fronte alla dottoressa Bonisoli, sono sfilati alcuni testi, le cui deposizioni avrebbero teso a dimostrare che non c’era stata asportazione o peculato di beni, ma che gli stessi beni erano in verità destinati al macero in quanto non più utilizzabili o destinati comunque a venire sostituiti.

Le stesse circostanze sono state poi l’oggetto delle dichiarazioni spontanee rese dagli imputati, che al magistrato hanno ribadito come quei beni di cui viene contestata l’appropriazione erano stati dismessi dagli ospedali di Alba e Bra, destinati quindi a essere buttati via, e che loro non li avrebbero presi se non avessero pensato che tale era la loro destinazione.

Il processo è stato rinviato per la discussione all’udienza del 18 febbraio 2025.

Ezio Massucco

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