- 09 dicembre 2024, 15:20

Diageo, la cessione dei marchi Picon e Pampero passi di una decisione già presa?

Domani nuovo vertice in Regione. Lunedì 16 a Cuneo incontro coi sindacati chiesto dai vertici aziendali

Il presidio tenuto dieci giorni fa davanti ai cancelli dell'azienda

Il presidio tenuto dieci giorni fa davanti ai cancelli dell'azienda

E’ fissato per lunedì 16 dicembre, in mattinata presso la sede di Confindustria Cuneo, l’incontro che Diageo Operations Italy ha richiesto ai sindacati impegnati nella vertenza aperta dopo la decisione della multinazionale britannica di chiudere il suo unico impianto italiano.

La richiesta è arrivata alle segreterie provinciali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, sigle del comparto alimentare schierate al fianco dei 349 lavoratori che vedono il proprio posto di lavoro a rischio da qui al giugno 2026, termine ultimo comunicato per la dismissione dello stabilimento ex Cinzano di Santa Vittoria d’Alba.

Per domani, martedì 10 dicembre, presso il Grattacielo della Regione Piemonte è invece in agenda l’incontro che metterà i vertici internazionali di Diageo di fronte alla rappresentanza istituzionale mobilitatasi contro la chiusura. Di quest’ultima fanno parte la Giunta Regionale , col presidente Alberto Cirio e la delegata al Lavoro Elena Chiorino, la Provincia di Cuneo col consigliere Simone Manzone, i Comuni di Alba, Bra e Santa Vittoria d’Alba coi sindaci Alberto Gatto, Gianni Fogliato e Adriana Dellavalle.

Per giovedì 12 dicembre (ore 9.30) è poi previsto il tavolo convocato in Provincia dal presidente Luca Robaldo.

Diverse iniziative con le quali il territorio punta a tenere alta l’attenzione sulla crisi occupazionale minacciata dalla scelta della multinazionale degli "spirit", che ha valutato il sito roerino non più strategico per i propri piani in ragione di valutazioni riguardanti la vetustà dei suoi impianti ("Abbiamo l’esigenza di focalizzare gli investimenti sui siti ritenuti strategici, privilegiandoli rispetto a quelli, come il sito di Santa Vittoria, caratterizzati da impianti più obsoleti", rimarcava l’azienda in una nota) o il fatto che i prodotti confezionati nello stabilimento posto lungo il tratto Alba-Bra della Statale 231 sarebbero destinati al mercato italiano per appena il 2%.

Una quota quest’ultima che secondo i dipendenti riuniti nei giorni scorsi davanti ai cancelli dell’azienda si sarebbe abbassata in modo drastico con la fine dei due anni di produzione residua del liquore Picon, che proprio due anni fa era stato venduto alla Campari con l’accordo di imbottigliarlo ancora in provincia di Cuneo per 24 mesi, e con la recente cessione di un altro importante marchio, il venezuelano Pampero, "primo rum in Italia per volume, con una forte presenza in tutta Europa", che nel luglio scorso è passato nelle mani del gruppo Montenegro.

"La vendita di Pampero dimostra il nostro approccio oculato e strategico nell’allocazione del capitale – aveva dichiarato contestualmente all’operazione il presidente di Diageo Europa, John Kennedy –. Ci permetterà di concentrarci sulle aree di forza del nostro business e di accelerare sul nostro obiettivo: essere una delle aziende di prodotti di consumo più performanti, affidabili e rispettate al mondo".

Scelte che avevano già messo sull’allerta i sindacati, prima che nell’ottobre scorso venisse comunicata loro la scelta aziendale di spostare verso il Regno Unito la produzione di un milione e mezzo di casse da 9 litri di distillati, una riduzione che vale più del 10% delle 14 milioni di confezioni lavorate in impianti che ancora nel 2015 si erano guadagnati il premio di migliore stabilimento dell'intero gruppo.

"Ad oggi non sappiamo cosa i vertici di Diageo intendano comunicarci con l’incontro richiesto per lunedì prossimo, ma ovviamente se l’azienda chiama andiamo a sentire", spiega il segretario provinciale della Fai Cisl Antonio Bastardi insieme a Loredana Sasia per Flai Cgil e ad Alberto Battaglino per la Uil Uil. "Intanto giovedì siamo stati ricevuti dal vescovo di Alba Marco Brunetti, che ringraziamo per la vicinanza, mentre l’altra mattina (sabato, ndr) la vertenza ha avuto rilevanza nazionale grazie alle telecamere della trasmissione di RaiTre 'Agorà’, che ha raccontato l’emozionante storia del nostro Rsu Livio Gallarato, che entrò in azienda sulle orme del padre Alberto (nella foto sotto), storico dipendente Cinzano".

Ezio Massucco

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