Economia - 17 dicembre 2024, 07:00

Un aggravio per gli operatori del settore

Gli operatori delle scommesse online in Italia sono già sottoposti a una regolamentazione stringente, sia sul lato operativo che sui bonus benvenuto, nonché a costi elevati.

Un aggravio per gli operatori del settore

La Manovra 2025, attualmente in discussione in Parlamento, sta introducendo una serie di misure che puntano a sostenere lo sviluppo economico e a finanziare progetti infrastrutturali. Tra le proposte più discusse vi è il correttivo, voluto dal ministro dello Sport Abodi e sostenuto dalla maggioranza, che introdurrebbe una nuova tassa sulle scommesse online, destinata a finanziare la ristrutturazione degli stadi e altre infrastrutture sportive.

La proposta, confermata dal sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, prevede un prelievo aggiuntivo dello 0,5% sui ricavi lordi degli operatori del settore. Tuttavia, questa misura sta sollevando polemiche e preoccupazioni sia tra gli operatori del settore sia tra gli esperti del settore economico, con un rischio concreto di compromettere la maxi-gara per le concessioni di gioco online, prevista per i prossimi mesi.

Gli operatori delle scommesse online in Italia sono già sottoposti a una regolamentazione stringente, sia sul lato operativo che sui bonus benvenuto, nonché a costi elevati. Oltre ai 7 milioni di euro necessari per ottenere una licenza di gioco, una delle più alte in Europa, la proposta di introdurre una tassa pari allo 0,5% dei ricavi lordi aggiungerebbe un ulteriore peso economico per gli operatori.

Questa misura rischia di compromettere la sostenibilità delle aziende, nazionali e internazionali, e di ridurre la competitività del mercato italiano. Secondo Moreno Marasco, presidente dell’associazione LOGiCO, che rappresenta i concessionari del gioco online, la proposta è “ingiustificabile, dannosa e discriminatoria”, in quanto colpisce esclusivamente il segmento del gioco a distanza, mentre altri canali del settore restano esenti.

Inoltre, la tassa rischia di avere un impatto negativo sulla maxi-gara per le concessioni online, che dovrebbe assegnare 50 licenze per un valore complessivo di circa 350 milioni di euro. La presenza di una nuova tassa potrebbe dissuadere gli investitori, riducendo la partecipazione al bando e, di conseguenza, le entrate previste per lo Stato.

Una tassa "salva-calcio"?

L’introduzione della tassa sulle scommesse è stata presentata come una possibile soluzione per finanziare la ristrutturazione degli stadi e le altre infrastrutture sportive, in un momento in cui il calcio italiano è in cerca di risorse per ammodernare le strutture in vista di eventi internazionali come EURO 2032. Tuttavia, la proposta ha suscitato scetticismo, non solo da parte degli operatori, ma anche da chi ritiene che la tassa non possa essere l’unica risposta alle esigenze del settore.

LOGiCO ha avanzato una proposta alternativa: il ritorno delle sponsorizzazioni sportive per le aziende di scommesse. L’attuale divieto, introdotto dal Decreto Dignità del 2018, ha limitato le possibilità per il settore del gioco legale di finanziarsi attraverso la visibilità offerta dalle sponsorizzazioni.

Roberto Alesse, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha definito il divieto “un’ipocrisia ordinamentale” e ha suggerito di rivedere la normativa per consentire il ritorno delle sponsorizzazioni sportive, che potrebbero rappresentare una fonte di finanziamento più diretta e meno penalizzante rispetto alla tassa proposta.

Il tema della pubblicità delle scommesse

Oltre alla tassa sulle scommesse, un altro tema caldo in Parlamento riguarda la pubblicità delle scommesse sportive. Il Decreto Dignità del 2018 ha imposto un divieto totale sulle sponsorizzazioni e sulle pubblicità legate al gioco d’azzardo, una misura che ha sollevato numerose critiche, sia da parte degli operatori del settore che da parte di esperti del marketing.

In particolare, la decisione di vietare la pubblicità delle scommesse è stata vista come un ostacolo alla legittimazione delle aziende di gioco legale, che operano in un contesto fortemente regolamentato. Il governo italiano sta valutando la possibilità di rivedere questa norma, ripristinando almeno in parte le sponsorizzazioni sportive, ma con una maggiore enfasi su messaggi educativi e informativi per sensibilizzare il pubblico sui rischi del gioco d’azzardo.

Riforma complessiva del settore del gioco

Il dibattito sulla tassa e sulla pubblicità delle scommesse si inserisce in un contesto più ampio di riforma del settore del gioco in Italia. Oltre alla maxi-gara per le concessioni di gioco online, prevista nei prossimi mesi, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sta lavorando anche su una revisione della regolamentazione del gioco fisico.

Il fine è quello di uniformare la legislazione su tutto il territorio nazionale, per evitare disparità tra le diverse regioni. Questo processo, che coinvolge anche la Conferenza Stato-Regioni, punta a creare un sistema di gioco omogeneo e coerente, che possa rispondere meglio alle esigenze del mercato e alle sfide del settore. Il Governo dovrà trovare un delicato equilibrio tra la necessità di sostenere le infrastrutture sportive e quella di garantire la stabilità e la crescita del mercato delle scommesse online.

Richy Garino

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