Poco dopo la metà di ottobre, chiusa la vendemmia, si traccia il bilancio del 2024, un’annata segnata da un clima caldo-umido che ha interrotto il trend siccitoso degli ultimi anni. L’andamento anomalo ha imposto sfide significative ai viticoltori piemontesi, con una variabilità estrema dei risultati legata alla posizione dei vigneti e all’efficacia della difesa antiparassitaria, messa a dura prova dalle piogge persistenti, che hanno comunque sanato la precedente carenza idrica.
Nonostante il lavoro intenso e le difficoltà, il bilancio resta positivo: le uve offrono vini in linea con le tendenze di mercato verso una riduzione del tenore alcolico. Si stima siano oltre 2,25 i milioni gli ettolitri prodotti (+ 5%) contro i 2,06 milioni del 2023. I dati sono ancora provvisori in quanto il termine ultimo per inviare le dichiarazioni di produzione è il 20 dicembre. Secondo i tecnici «fondamentale sarà l’approccio in cantina per valorizzare le peculiarità di un’annata difficile ma non priva di potenzialità. Come sempre, il tempo e l’esperienza enologica sapranno restituire espressioni autentiche e sorprendenti di questa vendemmia».
Il Piemonte inoltre si conferma come la seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato con un giro d’affari per il comparto vinicolo a quota 1.248 milioni di euro.
Sul fronte export, crescono i rossi Dop piemontesi di circa l’1% a valore (a fronte di un +4,4% a volume), trainati da un forte recupero del Canada (+49%) e da importanti crescite in Svezia (+14%), Giappone e Stati Uniti (+10% entrambi).
Questa in sintesi l’analisi fatta da enologi, agronomi e giornalisti di settore in L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2024, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Un lavoro che Vignaioli Piemontesi porta avanti da più di trent’anni, dal 1992, raccogliendo minuziosamente i dati regionali di maturazione delle uve e dell’andamento climatico in varie zone vitivinicole del Piemonte e svolgendo un’attività di coordinamento di tutti i tecnici viticoli e agronomi presenti sul territorio. La pubblicazione è stata presentata nel Castello di Grinzane Cavour.
L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Paolo Bongioanni (nella foto sopra con Marina Chiarelli e Giulio Porzio): «Il vino è al centro della visione che ho in mente per lo sviluppo dell’agricoltura del Piemonte. Con questa legislatura sono infatti riunite per la prima volta in un unico Assessorato le deleghe regionali a Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi. Sono tutti settori strettamente interconnessi se visti in una prospettiva di sviluppo dei territori, di valorizzazione della cultura del gusto e di incremento del turismo enogastronomico che ruota attorno ad esso. Ma sono soprattutto l’espressione di eccellenze che il Piemonte sa offrire a livelli assoluti, e che intendo per questo sviluppare in un disegno organico. Con i 750 milioni di euro del Complemento di Sviluppo Rurale 2023-27 la Regione rinnova il suo sostegno di sempre all’impresa agricola, ai consorzi e alle enoteche regionali, dalla vigna alla promozione finale. Contemporaneamente, però, stiamo dando forma a un salto qualitativo senza precedenti nella valorizzazione dell’agroalimentare piemontese: la rivoluzione della Filiera corta. Un cambio di paradigma pensato per valorizzare in modo sempre più efficace e remunerativo i nostri cibi e vini e insieme i territori da cui nascono, connettendo in un volano produttori, distretti del cibo e del commercio, consorzi, mercati di tradizione e quei grandi ambasciatori del gusto che sono i nostri ristoratori e chef».
L’assessore al Turismo della Regione Piemonte Marina Chiarelli: «Il Piemonte si conferma una delle regioni leader a livello nazionale per produzione e fatturato nel settore vinicolo. L’impatto significativo anche sui mercati internazionali è il risultato di una sinergia tra tradizione, innovazione. Questi sono valori che rendono i vini piemontesi un patrimonio apprezzato in tutto il mondo, e il nostro impegno è di continuare a promuovere e sostenere questa eccellenza. Vogliamo rafforzare la presenza del nostro Piemonte nei mercati globali per valorizzare le nostre straordinarie produzioni locali che attraggono un turismo di qualità grazie ad un sistema dell’accoglienza che in questi anni ha raccolto la sida dell’internazionalizzazione».
«L’annata viticola appena conclusa ci ha visti produrre di più, ma non senza grandi difficoltà, - ha detto Giulio Porzio di Vignaioli Piemontesi (nella foto sotto) – soprattutto nel raggiungere la vendemmia a causa delle piogge abbondanti. Sul fronte della sostenibilità economica, però, il nostro comparto è ancora lontano da una situazione ottimale. I mercati e i consumi stanno cambiando rapidamente, e questo richiede un approccio più veloce e deciso nell’affrontare le problematiche che abbiamo davanti. Dobbiamo rivedere le nostre strategie con una visione d’insieme, come una squadra coesa. In questo contesto, il ruolo della Regione diventa cruciale: è necessario che sia protagonista nelle scelte strategiche, promuovendo l’utilizzo dei nostri prodotti e sostenendo i produttori locali. È un momento in cui serve coraggio per credere nel nostro lavoro e scommettere sul futuro della viticoltura piemontese».
Conclusa la parte tecnica, presentata da Federico Spanna (Regione Piemonte), Daniela Tornato e Michele Vigasio (Vignaioli Piemontesi), la parola a Denis Pantini (Nomisma) che ha presentato performance e posizionamento competitivo dei vini piemontesi nello scenario di mercato. Slide e presentazioni si possono scaricare sul sito www.vignaioli.it.
La giornata si è conclusa con la presentazione del libro del libro "Social, PR e media relations del vino - 100 FAQ per il mercato USA", scritto a quattro mani da Stevie Kim e Gino Colangelo che, forti di decenni di esperienza nel marketing del vino italiano, presentano una guida pratica rivolta ai produttori ed esportatori italiani che desiderano comunicare e vendere i propri vini negli Stati Uniti. Il libro, edito da Mamma Jumbo Shrimp e disponibile su Amazon, risponde a 100 domande chiave per navigare il complesso mercato vinicolo statunitense.
Organizzato in 12 capitoli, copre temi come content marketing, relazioni con i media, influencer marketing e critici americani, offrendo strategie concrete per massimizzare visibilità e successo. Scritta in italiano e presto tradotta in inglese, questa risorsa offre consigli basati su casi studio reali, aiutando i produttori a orientarsi in un mercato competitivo e strategicamente essenziale come quello degli USA.
La moderazione della giornata è stata affidata ad Alessandra Biondi Bartolini, direttrice scientifica di Millevigne, la rivista tecnica edita da Vignaioli Piemontesi.
PERFORMANCES E POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DEI VINI PIEMONTESI NELLO SCENARIO DI MERCATO
Lo scenario di mercato del vino è cambiato ed è in continua evoluzione: cambiamenti climatici, nuovi approcci al consumo, tensioni geopolitiche a livello internazionale e tanto altro ancora stanno ridisegnando il perimetro di mercato del vino italiano. Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, ha analizzato le performance dei vini piemontesi, in particolare all’estero. Il Piemonte, è la seconda regione italiana – dopo il Veneto - per valore dell’export di vino: i primi 9 mesi segnalano un leggero calo a valore (-0,4%), dopo un 2023 che ha visto arretrare le vendite oltre frontiera dei propri vini di quasi il 6%. In questo scenario, crescono i rossi Dop piemontesi di circa l’1% a valore (a fronte di un +4,4% a volume), trainati da un forte recupero del Canada (+49%) e da importanti crescite in Svezia (+14%), Giappone e Stati Uniti (+10% entrambi). Sotto la parità invece l’Asti spumante (-1,7%), trascinato al ribasso da Germania (-9%), Austria (-14%) e Polonia (-20%). Corrono invece le esportazioni in Russia (+51%), sebbene in questa corsa abbia avuto un ruolo importante la decisione del governo di Putin di incrementare le accise sui vini, decisione che ha fatto “accelerare” gli acquisti da parte degli importatori nella prima parte dell’anno. Al di là delle tensioni geopolitiche e degli effetti sugli scambi internazionali (ora minacciati anche dai dazi di Trump), è evidente che gli impatti sui consumi di vino derivano da cambiamenti strutturali nell’approccio da parte dei consumatori. I principali driver che sembrano guidare gli acquisti di vino in Italia possono essere ricondotti a una maggior attenzione alla sostenibilità, al salutismo e all’interesse per i territori dei vini. Questo si esplica nell’interesse dei consumatori verso i vini bio, sostenibili, ottenuti da vitigni autoctoni ma soprattutto dai vini a minor gradazione alcolica (quando non dealcolati). Si tratta di trend che trovano riscontro anche in altri mercati mondiali, come negli Stati Uniti dove alla maggior attenzione alla sostenibilità e alla gradazione alcolica, si unisce l’interesse per la mixology, particolarmente apprezzata dalle nuove generazioni.
I DATI DELLA VENDEMMIA 2024
Ricordiamo in sintesi quali sono i dati della vendemmia 2024. La raccolta delle uve è tornata a essere nella norma, tra settembre e ottobre. Tra i vigneti del Piemonte, si stima che la produzione di vino abbia avuto un incremento del 5% rispetto all’anno prima attestandosi a oltre 2,25 milioni di ettolitri. In Italia la produzione 2024 è stimata a circa 41 milioni di ettolitri (+7% rispetto all’anno prima).
Sulla base delle analisi e valutazioni condotte regolarmente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, l’annata può essere valutata complessivamente come più che discreta. I tecnici assegnano le «otto stelle e mezzo» al Sauvignon Blanc; le «otto stelle» a Brachetto, Pelaverga, Ruché, Chardonnay. Sette stelle e mezzo a Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato, Barbera, Freisa, Nebbiolo, Vespolina, Pinot Nero. Sette stelle a Arneis, Timorasso, Nascetta, Grignolino e Sei e mezzo al Dolcetto. «Il carattere più apprezzabile del 2024 – sostengono i tecnici - potrebbe essere quello delle ‘ridimensionate’ potenze alcoliche anche più in sintonia con le nuove richieste di mercato».
Il dato definitivo sugli ettari vitati sarà disponibile a gennaio, al termine delle dichiarazioni di vendemmia, ma si stima siano 44471 ettari vitati in Piemonte, in lieve aumento rispetto allo scorso anno quando, per la prima volta dal 2017, hanno registrato una flessione, passando da 45.823 ettari del 2022 a 44.285.
Analizzando l’andamento degli ultimi dieci anni (2013-2022), il vigneto piemontese ha mostrato una situazione complessivamente stabile, con una crescita progressiva fino al 2022. Nel 2013, la superficie vitata era di 44.169 ettari, scesa nel 2014 a 43.893 e nel 2015 a 43.553, per poi stabilizzarsi a 43.500 nel 2016. Dal 2017 è iniziato un trend di ripresa: 44.202 ettari nel 2017, 44.449 nel 2018, 44.677 nel 2019, 44.737 nel 2020, fino a raggiungere i 45.420 ettari nel 2021. Il 2022 ha segnato un ulteriore incremento a 45.823 ettari, recuperando ampiamente la superficie vitata persa nel passato e segnando un netto miglioramento rispetto ai livelli del 2013.
La produzione stimata di vini a denominazione di origine è di 2,10 milioni di ettolitri. Ci sono 60 denominazionicon 19 Docg e 41 Doc che coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici.
Secondo gli ultimi dati della Regione Piemonte, il valore della produzione piemontese è di 1.248 milioni di euro su un totale di euro 9.084 milioni. Il Piemonte si conferma come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato.
Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30% nei paesi extra Ue.
Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 33 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 6.000 soci.
Sono quasi 19 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte nell'annualità 2024/2025 alla misura promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’OCM Vino per l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi, così ripartite: 7,5 milioni di euro per la misura promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi; 7,6 milioni di euro per la misura ristrutturazione e riconversione dei vigneti; 3,7 milioni di euro per la misura Investimenti.
Sono 3 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte per il biennio di transizione 2024 - 2025 a favore della sottomisura 3.2 PSR 2014/2020, a sostegno delle attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno alla UE per la valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità.
Sono 6 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte per il 2025 a favore del primo bando dell’Intervento SRG10 promozione dei prodotti di qualità CSR 2023/2027, a sostegno delle attività di valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità svolte dalle associazioni di produttori nel mercato interno alla UE.