Attualità - 25 dicembre 2024, 07:00

"Il Natale che ci introduce al grande Giubileo sia occasione per noi cristiani di riscoprire la speranza del Cristo"

Gli auguri del vescovo Marco Brunetti per un Natale che renda tutti gli uomini di buona volontà "seminatori di speranza"

Il vescovo Brunetti

Il vescovo Brunetti

«Quest’anno il Natale ci introduce al grande Giubileo, occasione per riscoprire la speranza che per noi cristiani è Cristo stesso, che viene in mezzo a noi, in una grotta a Betlemme». Per questo il vescovo di Alba, Marco Brunetti, invita i credenti e tutti gli uomini di buona volontà, a farsi “seminatori di speranza”, sulla scia del messaggio di papa Francesco che ha indetto l’Anno santo parlando di “pellegrini di speranza”.

Sono molte le categorie di persone e le situazioni di disagio nel mondo come attorno a noi, che hanno bisogno di «guardare al futuro con fiducia»: dal mondo in guerra bisognoso di pace ai detenuti nelle carceri, dai dipendenti della Diageo e di altre aziende sul territorio che rischiano il posto di lavoro agli ammalati, dai migranti che muoiono di freddo agli anziani nella solitudine.

«Non lasciamoci rubare la speranza… Il Natale possa portarci pace, amore, giustizia e la certezza che ogni giorno è un nuovo inizio. Abbracciamo le persone a noi care, è l’abbraccio di Dio».

Di seguito, il testo del messaggio del vescovo Brunetti:

È festa intorno a noi, in ogni angolo della città. Ma lo è proprio per tutti? Voglio condividere, in occasione di queste feste natalizie, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, un messaggio di speranza e rinnovamento. Il Natale è un momento unico in cui la luce sembra risplendere più intensamente e i cuori si riempiono di gioia e gratitudine. È un’opportunità per riflettere su ciò che abbiamo e su ciò che desideriamo per il futuro.

Quest’anno il Natale ci introduce al grande Giubileo, occasione per riscoprire la speranza che per noi cristiani è Cristo stesso, che viene in mezzo a noi, in una grotta a Betlemme. In un mondo spesso segnato da sfide e incertezze, il Natale ci ricorda che la speranza è un dono grande e prezioso. È la forza che ci spinge ad affrontare le difficoltà, a credere in un domani migliore e a trovare bellezza anche nei momenti più bui.

Proviamo in questo Natale a vedere in mezzo a noi segni di speranza come ci invita a fare papa Francesco nella bolla di indizione dell’Anno santo, ormai alle porte. Il primo segno di speranza è la pace per il mondo, immerso nella tragedia della guerra. Basta violenza, le armi tacciano per sempre e siano messe al bando. Troppi morti da contare e feriti da curare fisicamente, psicologicamente e spiritualmente. Siamo chiamati ad essere segno di speranza per i detenuti, compresi quelli della casa lavoro della nostra città, che sperimentano ogni giorno il vuoto affettivo e l’abbandono. L’antivigilia di Natale sarò in mezzo a loro. I lavoratori con le loro famiglie della Diageo e altri lavoratori in situazioni simili necessitano di percepire segni di speranza per il loro futuro da parte di tutte le realtà in gioco, dagli imprenditori ai sindacati, a tutta la società. Perdere il lavoro significa perdere la propria dignità e questo non possiamo permetterlo. Altri segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale, quanta sofferenza bisognosa di vicinanza e consolazione.

Di segni di speranza hanno bisogno anche i giovani che in sé stessi la rappresentano: speranza in un futuro, in una famiglia, in un mondo migliore. Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti che hanno lasciato la loro terra per un luogo sicuro dove trovare un lavoro giustamente retribuito e una casa dove abitare a canoni di affitto accettabili, ma molto spesso finiscono nell’indifferenza dei più, o addirittura nello sfruttamento e nella morte. Segni di speranza meritano anche gli anziani che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono nelle case di riposo o nelle loro abitazioni. In loro noi vediamo le nostre radici e la saggezza che consegnano alle nuove generazioni.

Il Natale sia un Natale di speranza per tutti, nessuno escluso. Non lasciamoci rubare la speranza dal peccato e dal male così seducente nella nostra vita e società. Facciamoci pellegrini e artigiani di speranza per un futuro migliore. Anche la nostra città ha bisogno di speranza, poniamo in mezzo a noi innumerevoli segni e gesti di speranza. È il dono più grande che potremmo farci per un Natale autenticamente cristiano.

Il Natale possa portarci pace, amore, giustizia e la certezza che ogni giorno è un nuovo inizio. Abbracciamo le persone a noi care, è l’abbraccio di Dio, coltiviamo sogni e progetti, e non dimentichiamoci mai di guardare al futuro con fiducia. «O Maria, madre della speranza, prendici per mano e aiutaci a camminare ogni giorno conservando la fede, vivendo la speranza e seminando gesti di carità fra coloro che vivono la disperazione». Buon Natale!

redazione

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