Attualità - 07 gennaio 2025, 12:25

Il pasticciaccio brutto del "free flow", l’Osservatorio Paesaggio: "Al lavoro con altre associazioni per attuare iniziative contro questa vergogna"

Il sodalizio ambientalista segnala l’ennesima testimonianza di utenti in difficolta nel confrontarsi col sistema di pedaggio "a flusso libero"

Il tratto langarolo dell'autostrada Asti-Cuneo

Il tratto langarolo dell'autostrada Asti-Cuneo

Si susseguono le testimonianze di lettori affatto entusiasti del doversi interfacciare col "free flow", il sistema di pagamento del pedaggio introdotto lungo l’autostrada Asti-Cuneo.  Dopo le diverse pubblicate nei giorni scorsi dal nostro giornale, è nuovamente l’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero a sottoporre alla nostra testata un racconto – la proponiamo a seguire – sul quale invita a soffermarsi. "Stiamo lavorando con altre associazioni per definire e attuare nuove iniziative contro questa vergogna", annuncia il direttivo del sodalizio ambientalista.

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“In data 21 dicembre mia figlia con la famiglia è arrivata dall’estero per le feste con auto straniera. Proprio a seguito delle varie lamentele di cui avete scritto mi è venuto il sospetto che anche loro fossero passati senza averne contezza sotto le “forche caudine” tra Asti e Castagnito. Pertanto il giorno 2/1 alle 8 sono andato sul sito della A33 per verificare. Naturalmente prima di poter vedere i transiti e i relativi addebiti occorre registrarsi caricando tutta una serie di dati, ma la validazione non è immediata, occorrono dalle 24 alle 36 ore prima di avere la possibilità di accedere al portale. Finalmente il 4 mattina ho potuto rilevare che alla targa estera di mia figlia era associato un passaggio da Asti Est e un pedaggio non pagato di € 1,22 (importo che ho saldato immediatamente tramite carta di credito dal mio pc).

Me la sono cavata bene, non c'erano sovrapprezzi o sanzioni di mancato pagamento perché il saldo, casualmente, è avvenuto entro i 15 giorni dal passaggio.

Però ho poi un'altra faccenda ancora aperta: la mattina di venerdì 3 gennaio sono dovuto andare a Milano. Ho imboccato la tangenziale e oltrepassato nell'ordine i portali P4, P3, P2, P1 sentendo sempre il “bip” del mio Telepass (sono utente Telepass).

Poi ho preso l'autostrada ad Asti est, uscito a Milano Barriera Ovest. In serata ho fatto il percorso inverso e rientrato a casa. Il mattino successivo ho controllato sul sito Telepass i miei transiti: quelli sulla Asti-Tortona-Milano andata e ritorno erano regolarmente registrati (€ 9,70 ciascuno) mentre nessuna traccia dei transiti sui portali del free flow sulla A33, né in andata né in ritorno.

Per scrupolo supremo sono entrato nuovamente sul sito https://a33ffpagaonline.astmservice.it/freeflow/, ho fatto il login con le stesse credenziali usate in precedenza e ho caricato la targa della mia macchina (fortunatamente è possibile associare ad un utente più targhe, sia italiane che estere). Anche qui attesa di validazione (36 ore) e finalmente…nulla: non ci sono tracce dei miei passaggi. Ho provato a chiamare il numero verde, ma… è come voler parlare con Babbo Natale.

Oggi, dopo 4 giorni dai passaggi, ancora non vedo traccia né sul sito A33 né sul sito Telepass (che dovrebbe riceverli da A33. Ora io terrò sotto stretto controllo la questione per evitare grane, ma non è comunque comodo dover vigilare.

Invece dei miei amici qui vicino, contadini di un paese delle Langhe, una decina di giorni fa sono andati a Reggio Emilia per vedere una macchina agricola. Al ritorno mi hanno chiamato, e mi hanno chiesto: “come funziona 'sto sistema... come si chiama… fru fru??” (se non ci fosse da piangere... ci sarebbe da ridere!).

Ho provato a spiegare, suggerendo di andare davanti al cimitero al totem della A33, ma anche lì – mi han detto - occorre essersi registrati prima con email, password, indirizzo, codice fiscale, ecc (io credevo si potesse pagare inserendo semplicemente la targa).

Ora questi non sono che episodi marginali, ma il casino che si sta generando diventerà enorme, come voi giustamente già tempo fa avevate rappresentato anche a chi di dovere.

Invece sia a livello regionale (Cirio, Gabusi) che di amministratori locali (i vari sindaci) anche su questo punto cruciale tutti si sono piegati nel modo più servile alla volontà e agli interessi di Gavio: ma, lo sappiamo, questi son gli uomini “del fare” del “senza se e senza ma...”: sempre solo focalizzati sul verbo "fare" dimenticando che a volte, il complemento oggetto, può essere "disastro", come in questo caso.

Ora per gli abitanti del territorio che vogliono scampare a questo sistema demenziale e costoso non resta che evitare per quanto possibile la tangenziale e il tratto della A33, andando a peggiorare una situazione di traffico interno albese già prossima al collasso. Ma cosa ne sarà dei tanti turisti stranieri in arrivo sulle terre dell'Unesco? Saranno contenti di una simile accoglienza? Se non pagano, saranno perseguibili anche nei loro Paesi di provenienza?

Il disastro è stato fatto, e ritengo sia irreversibile, non so proprio come si possa tornare indietro: ci teniamo i portali con tutti i guai che comportano”.

Il direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero

Redazione

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