Attualità - 23 gennaio 2025, 10:05

“Pronti ad agire, insieme possiamo”: ad Alba conferenza di Guido Armellini sulle radici dell’antisemitismo

Martedì 21 gennaio si svolto il quarto incontro del ciclo proposto dal Rotary Club Alba, in collaborazione con Banca d’Alba

Piera Arata, Guido Armelini, Lucia Vignola, Roberto Buongarzone

Piera Arata, Guido Armelini, Lucia Vignola, Roberto Buongarzone

Martedì 21 gennaio alle ore 18, presso il Palazzo Banca d’Alba, si è svolto il quarto incontro del ciclo “Pronti ad agire, insieme possiamo” del Rotary Club Alba, in collaborazione con Banca d’Alba. 

La relazione, organizzata col patrocinio dell’Associazione laica Biblia Onlus, ha avuto come relatore un ospite di eccezione, il professor Guido Armellini, che ha parlato delle radici dell’antisemitismo a partire dall’antigiudaismo cristiano.  L’incontro, interessante e partecipato, è stato in preparazione alla Giornata della Memoria (27 gennaio) con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema. 

Presenti anche la vicesindaca Caterina Pasini, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale albese, e il corso serale del Cillario Ferrero di Alba.

 “Pronti ad agire, Insieme possiamo” è il ciclo d’incontri organizzato da anni dal Rotary Club di Alba, in collaborazione con Banca d’Alba, nell’ambito delle attività di approfondimento di tematiche professionali, di divulgazione culturale, di sensibilizzazione umanitaria, secondo lo spirito di servizio che contraddistingue il Rotary Club. Guido Armellini ha insegnato italiano e storia a Bologna nella scuola secondaria, Didattica della letteratura all’università di Padova, Letterature comparate all'università di Verona. Per molti anni è stato direttore scientifico dell’università Primo Levi di Bologna. Da oltre vent’anni coordina le attività della scuola gratuita per stranieri By piedi di Bologna. Membro del Comitato Bibbia, Cultura e Scuola di Biblia, Associazione laica di cultura biblica, tiene incontri e corsi di divulgazione biblica. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui famose antologie scolastiche ed ha improntato la sua ricerca sulla didattica della letteratura.

Dopo l’introduzione fatta dalla Vicepresidente del Rotary Club Alba Piera Arata, è iniziata la relazione approfondita del professor Armellini, che è partito da una citazione di Tahar Ben Jelloun: “la lotta al razzismo deve essere un riflesso quotidiano. Non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna cominciare con il dare l’esempio e fare attenzione alle parole che si usano.” 

Armellini ha spiegato la differenza tra antigiudaismo e antisemitismo, spesso erroneamente usati come sinonimi: il primo è l’antagonismo verso la religione ebraica, il secondo invece è un odio che diventa di matrice razziale, pur non essendoci, di fatto, differenze da un punto di vista etnico o significativi scostamenti da quello sociale. Se il secondo si è diffuso con conseguenze tragiche a partire dalla fine del diciannovesimo secondo, il primo affonda le sue radici nella storia del cristianesimo. Infatti, le due religioni monoteiste inizialmente avevano una matrice comune e non vi erano contrasti, ma nell’affermazione del cristianesimo come religione indipendente si è sviluppato un forte antagonismo verso l’ebraismo, complice la accusa di deicidio, che è perdurata nei secoli. Ci sono alcune tappe, poi, che hanno rafforzato questo odio, in particolare la retorica delle crociate e la diffusione del culto del corpus domini. Le crociate, infatti, avevano portato avanti l’idea che non fosse peccato uccidere un infedele, anzi, una cosa apprezzata agli occhi di Dio, pensiero che si è inevitabilmente diretto contro il popolo ebraico. Invece, l’idea che il corpo di Cristo fosse nelle ostie ha dato vita alla falsa credenza che gli ebrei tramassero per profanarlo, con storie di inaudita violenza contro questi presunti peccatori. Il mito della congiura è continuato nei secoli, legato alle accuse più disparate, dai tentativi di distruggere la Chiesa, ai più fantasiosi, come di diffondere la peste nera. La Chiesa ha sempre avuto una posizione ambivalente: da un lato condannava pesantemente gli omicidi e le persecuzioni, dall’altro affermava a più riprese il disprezzo per il popolo ebraico. Se la Chiesa finiva per rafforzare l’odio, lo Stato spesso non era da meno: dal momento che ai cristiani era impedito di prestare denaro dietro interesse, agli ebrei era permesso (insieme alla professione medica era di fatto l’unica attività che era concessa loro di un livello alto, poiché era vietato possedere terreni e simili). Gli interessi, tuttavia, erano tassati moltissimo dallo Stato, obbligando gli ebrei ad alzare sempre di più i tassi, rafforzando l’odio che le persone provavano per loro. Altra tappa significativa il Concilio Lateranense del 1215 che obbligava gli ebrei a indossare segni distintivi nel vestiario per essere differenziati dai cristiani: questo elemento, di solito raffigurato con un cappello a punta, è particolarmente diffuso nella iconografia, che nei secoli ha rappresentato le figure negative proprio con lo stesso simbolo, portando una separazione e un antagonismo a livelli altissimi.

Infine, l’ultimo tassello è quello dell’accusa mossa agli ebrei di uccidere i bambini cristiani per ragioni rituali; nella sua assurdità, questa accusa è riuscita a perdurare nei secoli, dal Beato Simonino di Trento della fine del Quattrocento fino agli articoli della rivista “La Civiltà Cattolica” del 1893. È proprio in questo periodo storico che si passa dall’antigiudaismo, quindi come religione (ci si poteva, insomma, ancora convertire per evitare i problemi), all’antisemitismo, che diventava un vero e proprio odio razziale. La tappa finale di questo cammino è il cambiamento sostanziale di rotta della Chiesa Cattolica, con la dichiarazione Nostra aetate (1965), in cui ha affermato non solo di esecrare ogni persecuzione fatta contro gli Ebrei, ma in cui ha allontanato con forza l’idea di un popolo rigettato da Dio e, anzi, ha evidenziato il passato comune. Guido Armellini ha terminato l’intervento con l’invito a distinguere bene i concetti, evitando facili generalizzazioni, che sono l’anticamera del razzismo. La serata si è conclusa con la consueta cena rotariana, questa volta al ristorante L’inedito-Vigin Mudest, e ha visto la partecipazione, oltre che del relatore accompagnato dalla moglie Elisabetta Cammelli, di Valerio Panizza dell’associazione Biblia Onlus, della fotografa Lucia Ernè e del Dirigente Scolastico Roberto Buongarzone.

Le attività in preparazione alla Giornata della memoria sono proseguite il giorno successivo alle 10 presso il Palazzo Mostre e Congressi di Alba, dove il Rotary Club Alba e il Liceo Classico G. Govone (in particolare il Dirigente Scolastico Roberto Buongarzone) hanno organizzato la relazione del professor Guido Armellini per i licei di Alba (Govone, Pinot Gallizio e Da Vinci): anche questo intervento, introdotto dall’assessora alle politiche giovanili Lucia Vignola, è stato molto apprezzato e seguito con interesse dai ragazzi. 

L’incontro è disponibile nella sezione Live del canale Youtube del Rotary Club Alba https://youtube.com/live/7DAUQRkUyDA?feature=share

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