Un piccolo riccio barcolla sul ciglio di una strada, spaesato dalle luci delle auto che sfrecciano nella notte. Una scena che si ripete troppo spesso nelle periferie delle nostre città, dove questi animali, simbolo di ecosistemi in equilibrio, lottano per la sopravvivenza tra asfalto e cemento. Ma qualcosa sta cambiando.
Nel Regno Unito, il concetto di "autostrade per ricci" ha preso piede grazie a un'iniziativa che incoraggia cittadini e amministrazioni a creare passaggi sicuri per questi animali. Si tratta di piccole aperture nei recinti dei giardini o sottopassi artificiali che permettono ai ricci di spostarsi liberamente tra le aree verdi, evitando il pericolo rappresentato dalle strade trafficate.
Secondo un rapporto del British Hedgehog Preservation Society, la popolazione di ricci in Inghilterra è diminuita del 50% nelle zone rurali e del 30% in quelle urbane negli ultimi vent’anni. La frammentazione degli habitat è una delle cause principali, e queste soluzioni si rivelano essenziali per la loro sopravvivenza.
A Novello, Massimo Vacchetta, veterinario e fondatore del Centro Recupero Ricci La Ninna, porta avanti una missione di tutela che potrebbe aprire nuove strade anche nel nostro Paese. "Il nostro lavoro a Novello dimostra che anche un piccolo centro può avere un impatto enorme sulla tutela della fauna selvatica - afferma Massimo Vacchetta -. Vogliamo che l’Italia segua l’esempio britannico e crei una rete di protezione più ampia e strutturata".
I ricci a rischio di estinzione
Oltre ai pericoli rappresentati dal traffico e dall’urbanizzazione, i ricci stanno affrontando una crisi ancora più grave: il rischio di estinzione. "A causa del degrado ambientale e del cambiamento climatico, la loro sopravvivenza è sempre più difficile. L’unica speranza che hanno è ricevere aiuto dalle persone che possono rendere i loro giardini un rifugio sicuro", sottolinea Vacchetta. Circa la metà della popolazione di ricci vive nelle zone residenziali e nei parchi cittadini, quindi i giardini privati possono giocare un ruolo cruciale nella loro tutela.
"Creare condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza è semplice: basta evitare pesticidi e lumachicidi, fare attenzione quando si usa il decespugliatore, abolire i robot tagliaerba, lasciare l’erba alta per favorire la fioritura che attira insetti, piantare siepi, lasciare alberi da frutto e magari predisporre mangiatoie per quando hanno difficoltà a trovare cibo. In queste mangiatoie, che sono piccole casette di legno è sufficiente lasciare croccantini per gatti e acqua”, spiega l’esperto.
"Il nostro ospedale per ricci è un baluardo della biodiversità, ma ha bisogno di essere sostenuto anche economicamente", afferma Vacchetta. Per sensibilizzare il pubblico sull’importanza di proteggere questi animali, è stato recentemente pubblicato il fumetto “75 Kg di felicità”.
"Non riceviamo aiuti dallo Stato e abbiamo bisogno del supporto delle persone. Chiunque voglia contribuire alla nostra causa, in questo momento può aiutarci a raccogliere fondi per acquistare un alloggio a Novello per ospitare i nostri indispensabili volontari. In cambio, riceverà una copia del fumetto e tutta la nostra gratitudine”, sottolinea il veterinario.
Alcuni comuni italiani stanno iniziando a prendere esempio, ma il percorso è ancora lungo. "Il mio obiettivo è coinvolgere almeno 100mila persone in tutta Italia nella gestione sostenibile dei giardini”, conclude Vacchetta.
Novello è il punto di partenza, ma il sogno che il Centro Recupero Ricci La Ninna porta avanti ogni giorno è che questo modello si diffonda ovunque. Con piccoli gesti e un’urbanistica più attenta agli ecosistemi, è possibile trasformare le nostre città in luoghi più sicuri non solo per i ricci, ma per tutta la biodiversità selvatica che ancora resiste nelle nostre metropoli.