Forte presenza delle multinazionali e aziende cuneesi che però lavorano quasi esclusivamente per le multinazionali.
Questo quadro oggi rappresenta una debolezza del nostro territorio, perché, nel caso in cui l’impresa straniera proceda ad una ristrutturazione aziendale, si rischia spesso di subire dei ridimensionamenti senza poter avere un forte voce in capitolo.
Sono di questi giorni le vicende di Diageo (ex Cinzano) e Dana, due realtà produttive facenti capo a multinazionali che stanno mettendo a rischio circa 800 posti di lavoro sul nostro territorio. Tra le possibili soluzioni, salvare i siti produttivi cercando degli imprenditori che possano acquisire lo stabilimento e riconvertire la produzione.
Per le forse lavoro, accompagnare i lavoratori più anziani verso la pensione e ricercare una nuova collocazione per i restanti attraverso l’impegno sinergico dei sindacati e di alcuni enti ed istituzioni, come ad esempio la neo Fondazione Industriali.
Il lavoro in provincia di Cuneo non sembra tuttavia essere un grave problema sociale, in quanto i dati più recenti indicano un tasso di disoccupazione pari al 3,7% tra i più bassi a livello nazionale. Tuttavia a questo valore corrisponde una media retributiva che risulta essere la più bassa del Piemonte e dell’intero Paese.
Manca quindi il lavoro cosiddetto “buono” a favore di un diffuso lavoro “povero”: troppi contratti precari con scarse retribuzioni e tanti contratti part time offrono un panorama occupazionale della Granda non così idilliaco. Su questi temi è intervenuto Piertomaso Bergesio segretario della CGIL provinciale.
Segui l’intervista: