Cronaca - 21 febbraio 2025, 17:53

L’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo condannato a due anni per i maltrattamenti alla dipendente comunale

Pena sospesa e non menzione per il 75enne agricoltore in pensione, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni di reclusione. Tra lunedì e martedì a sentenza i processi legati alle indagini della Guardia di Finanza sui conti del Municipio

L'ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo

L'ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo

La richiesta avanzata dal pubblico ministero Donato Repole nella sua requisitoria dello scorso 7 febbraio era stata di quattro anni di reclusione. Il Tribunale in composizione monocratica (giudice Elisabetta Chinaglia) ha ritenuto l’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo colpevole dei maltrattamenti commessi nei confronti dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale Clarice Giacone, condannandolo a due anni di reclusione con la concessione dei doppi benefici di legge: la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna. A fronte di una richiesta avanzata della parte civile, per voce dell’avvocata Chiara Luciani del foro di Torino, di un risarcimento di 20mila euro, nei suoi confronti è stata anche disposta una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 10mila euro.

"PLURIME CONDOTTE VESSATORIE"

In aula oggi il Pm ha ripercorso il nutrito elenco di fatti valsi al 75enne agricoltore in pensione il rinvio a giudizio e la richiesta di condanna. Episodi che avrebbero provato la messa in atto da parte dell’allora amministratore di plurime condotte vessatorie e offensive, commesse anche di fronte a terzi. Espressioni come "non vali niente", "deficiente", "incapace", "incompetente", rivolte alla dipendente, destinataria suo malgrado di atteggiamenti anche violenti, come quando il primo cittadino, con un violento pugno, spacco un termostato nell’ufficio dell’architetta, oppure quando la minaccio alzando in aria un estintore, per poi lanciarlo sulla sua scrivania.

"PER ME ERA IL DIAVOLO"

"Io non lo dico a nessuno, però lo dico qua: io ho preso dell’acqua santa che mettevo sulle sedie perché avevo paura. Per me era il diavolo", dichiarò durante la sua deposizione la vittima di quelle prepotenze. Di fronte alla giudice l’ex tecnico comunale spiegò come quegli anni di continue vessazioni finirono per provocarle lo stato di profonda prostrazione psicologica alla base del "disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso" certificato anche dall’Inail, allorquando, in un verbale del 24 gennaio 2022, l’istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro le riconobbe  una riduzione della capacità lavorativa alla base di una incapacità del 12% .

Tesi accolte dalla giudice Chinaglia, con la condanna pronunciata al temine dell’udienza tenuta oggi nel palazzo di giustizia astigiano. Quaranta i giorni di tempo disposti per il deposito delle motivazioni.

LA DIFESA: "RIMPROVERI SPORADICI, FAREMO APPELLO"

L’avvocato Roberto Ponzio, difensore di Renato Maiolo: "Per noi si è trattato di rimproveri sporadici e non abituali, conseguenti a gravi inadempimenti lavorativi e a una pessima gestione dell’ufficio tecnico comunale. Fatti peraltro avvenuti in un arco temporale compreso tra il 2012 e il 2019, ma denunciati solamente nel 2020. Rimostranze espressa forse in una con modalità rustica e con linguaggio greve, ma senza mai sconfinare nel perimetro dei maltrattamenti. Anche la malattia accertata dall’Inail non può dirsi essere in nesso causale, essendo i maltrattamenti denunciati cessati anni prima. Faremo appello confidando in una diversa lettura e interpretazione delle risultanze processuali".

A SENTENZA ALTRI DUE PROCESSI

Tra lunedì 24 e martedì 25 febbraio Maiolo è atteso dalla conclusione dei processi legati alle indagini Feudo e Feudo 2 condotte dalla Guardia di Finanza sui conti del municipio da lui guidato lungo tre mandati e quindici anni di amministrazione. Nel primo caso sul suo capo pende la richiesta di 6 anni di reclusione a fronte di una ventina di capi d’imputazione, mentre è pari a 1 anno e 4 mesi la richiesta dell’accusa per il processo scaturito dal secondo filone di indagine.

Ezio Massucco

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