Un sentiero del Cai con 69 tappe e 11 varianti. Che attraversa l’arco alpino piemontese e promuove una fruizione del territorio che rispetta e valorizza l’ambiente. È il fil rouge del progetto “Una montagna di esperienze: turismo sostenibile sul Sentiero Italia CAI in Piemonte” che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento, classificandosi al terzo posto a livello nazionale nel Bando “Montagna Italia” del Ministero del Turismo. Un risultato che intende promuovere il turismo nelle zone montane del Piemonte, puntando su una valorizzazione sostenibile delle bellezze naturali del territorio.
La rete dei consorzi turistici piemontesi
Capofila dell'iniziativa è il Consorzio Turistico Valle Maira, che ha stretto una rete con sette consorzi turistici piemontesi: Conitours, Bardonecchia, Fortur, Valli di Lanzo, Valli del Canavese, Alpi Biellesi e Valsesia Monterosa, coinvolgendo l’intera area montuosa del Piemonte. Il progetto vede la partecipazione anche della Regione Piemonte e del CAI Piemonte, che hanno fornito un supporto istituzionale fondamentale.
Il contributo di 28 enti montani
Ad appoggiare il progetto sono intervenuti 28 enti montani, che rappresentano quasi 400.000 abitanti. Questo sostegno ha consentito di sviluppare una visione comune per rilanciare il turismo montano e rafforzare l’economia locale. Il progetto punta alla creazione di un’offerta turistica integrata e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, e coinvolge oltre 600 imprese locali.Diversificazione e destagionalizzazione
La strategia si concentra sulla diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica, promuovendo non solo il patrimonio naturale, ma anche la cultura e i prodotti tipici della regione. Un approccio che mira a trasformare le valli piemontesi in una meta turistica capace di attrarre visitatori durante tutto l’anno, creando nuove opportunità economiche per le comunità locali.
Il progetto è stato presentato oggi, mercoledì 12 marzo, presso la Sala Trasparenza della Regione Piemonte alla presenza dei tre assessori Marco Gallo (Montagna), Marina Chiarelli (Turismo) e Paolo Bongioanni (Agricoltura e Cibo).
“’Una montagna di esperienze: turismo sostenibile sul Sentiero Italia CAI in Piemonte’ racchiude diversi temi molti cari a me e al Ministero che dirigo, come la sostenibilità, l’inclusività, la destagionalizzazione, che - spiega il ministro del Turismo Daniela Santanchè - col tempo sono diventati dei punti chiave su cui abbiamo basato le nostre politiche”.
"Creare un'offerta turistica di qualità"
"Siamo entusiasti dei risultati ottenuti con questo progetto, che testimoniano quanto sia fondamentale lavorare insieme per creare un’offerta turistica di qualità, che rispetti l’ambiente e valorizzi le tradizioni locali - ha aggiunto Marina Chiarelli, assessore al Turismo, Cultura e Sport della Regione Piemonte, mentre per Marco Gallo, assessore Sviluppo e Promozione della Montagna: "segna una svolta importante per la montagna piemontese grazie all’unione dei Consorzi turistici locali. Con oltre 700 km di percorsi e 69 tappe, punta sulla destagionalizzazione, attrarre turisti anche fuori stagione e creare nuove opportunità di lavoro."
“I prodotti tipici del Piemonte sono un’eccellenza che deve fare sempre più massa critica e trovare nuova visibilità sui mercati per raggiungere il consumatore finale – sottolinea l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni - Per questo stiamo varando un’operazione di promozione senza precedenti, che passa per i Distretti del Cibo e la Filiera Corta, e che vedrà a breve la nascita del ‘brand Piemonte’ e una massiccia campagna di comunicazione del nostro agroalimentare di qualità. Il progetto ‘Una montagna di esperienze’, inserito in un vettore di scala nazionale e internazionale come ‘Sentiero Italia’, va esattamente in questa direzione: promuovere gli straordinari prodotti dell’agroalimentare piemontese offrendo a un pubblico attento, sensibile al rapporto con la natura e il territorio com’è quello dell’escursionismo la possibilità di scoprirli nei territori alpini dove essi nascono, e dove l’impegno spesso eroico dei produttori delle nostre terre alte deve trovare nuove opportunità di remunerazione”.