Il Ramadan. è un momento di grande significato per la comunità musulmana, un periodo dedicato alla preghiera, al digiuno e alla solidarietà. Ha avuto inizio al primo giorno di marzo e si concluderà il 29 con la Id al-Fitr, la “Festa della Rottura”. Ad Alba, la Moschea locale ha aperto le sue porte non solo per offrire uno spazio di raccoglimento e spiritualità, ma anche per supportare chi si trova in difficoltà. Un impegno che si concretizza ogni sera con l’Iftar, la cena di rottura del digiuno, a cui partecipano anche giovani senza dimora e persone bisognose. L’iniziativa è resa possibile grazie alla generosità delle famiglie musulmane, che rispondono all’appello del Responsabile dell’Area Sociale, Elbounadi Abdelkhalek. L’Imam El Hani Abdelhadi guida la preghiera serale dalle 20:00 alle 21:30, offrendo un punto di riferimento spirituale per la comunità.
Oltre a condurre la preghiera, l’Imam sottolinea l’importanza del Ramadan come uno dei cinque Pilastri dell’Islam, spiegando come questo periodo non sia solo un precetto religioso fondamentale, ma anche un’occasione di riflessione e condivisione. "Ogni fedele è chiamato ad aiutare chi è in difficoltà, donando il 2,5% delle proprie risorse. Il digiuno simboleggia la capacità di ognuno di rafforzare la propria fede e migliorare se stesso attraverso il sacrificio". Il valore spirituale del mese è centrale nella vita dei fedeli: "Il Ramadan è un periodo in cui ognuno di noi si mette alla prova. Vuole insegnarci che il cambiamento è possibile attraverso la forza di volontà e la fede. Se riusciamo a privarci del cibo durante il giorno, possiamo anche liberarci delle cattive abitudini che ci allontanano da un comportamento virtuoso".
La comunità musulmana albese conta circa 300 fedeli, molti dei quali vivono e lavorano in città da oltre vent’anni. "Abbiamo costruito un legame solido con la città", afferma l’Imam. "Mia figlia è nata ad Alba, come molti altri giovani della nostra comunità. Siamo qui da decenni, lavoriamo, cresciamo i nostri figli e contribuiamo alla vita della città". Riconosce inoltre il sostegno ricevuto dall’amministrazione locale: "Ringraziamo il sindaco Alberto Gatto e l’amministrazione comunale per il supporto. Durante il nostro mese sacro preghiamo affinché la collaborazione con la comunità albese continui a rafforzarsi. Sappiamo che oggi le difficoltà, soprattutto per i giovani che cercano lavoro, sono molte, ma continuiamo a credere nel valore del dialogo e della convivenza".
Anche Elbounadi Abdelkhalek, responsabile dell’area sociale della Moschea di Alba, evidenzia l’importanza dell’accoglienza e della solidarietà durante il Ramadan: "Questo mese ci insegna a guardarci intorno e a prenderci cura di chi ha meno. L’Iftar non è solo un pasto, ma un simbolo di condivisione e vicinanza a chi si trova in difficoltà. Aprire le porte della Moschea significa offrire un rifugio a chi ne ha bisogno, un gesto di comunità che va oltre la religione".
In risposta alla richiesta dell’assessore alle Politiche Sociali Donatella Croce, la Moschea di Alba ha inoltre confermato l’apertura nei fine settimana di marzo per accogliere i giovani senza dimora, offrendo loro uno spazio sicuro per il riposo e la preghiera. A supporto dell’iniziativa, l’amministrazione ha concesso l’uso della palestra del Villaggio Ferrero, garantendo un luogo adeguato per le preghiere serali del sabato e della domenica.