La minaccia di Donald Trump di mettere un dazio del 200% sui vini europei danneggerebbe pesantemente le esportazioni di bottiglie piemontesi e italiane, che nel 2024 hanno raggiunto il valore di 1,94 miliardi di euro negli Stati Uniti. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Filiera Italia diffusa in relazione all’annuncio del Presidente USA di imporre una tariffa aggiuntiva su rossi, bianchi e champagne come ritorsione contro la decisione dell’UE di colpire il whisky Made in USA.
Una misura estrema che manderebbe in sofferenza il nostro vino, compromettendo un percorso che, negli ultimi vent’anni, ha visto le vendite italiane negli Stati Uniti quasi triplicate in valore (+162%), secondo l’analisi della Coldiretti su dati ISTAT. Gli States sono anche il primo consumatore mondiale di vino con 33,3 milioni di ettolitri, secondo dati OIV, e per l’Italia rappresentano in valore il mercato più importante.
La preoccupazione è forte – sottolinea Coldiretti Cuneo – nelle cantine dell’Albese, delle Langhe e del Roero, che trovano oltre confine il miglior mercato, esportando il 75% delle bottiglie prodotte per un valore di 450 milioni di euro su un totale stimato di 600 milioni all’anno. Gli americani, in modo particolare, apprezzano i vini delle nostre colline, tanto che il 40% delle bottiglie prodotte nella nostra provincia – rende noto Coldiretti Cuneo – è destinato al mercato statunitense, a cominciare da Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti, ma anche Roero Arneis, Langhe, Barbera d’Alba e Nebbiolo d’Alba.
“Il nostro territorio vanta grandi vini, unici al mondo e apprezzatissimi Oltreoceano: sarebbe illogico – sottolinea il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – tassare in maniera così pesante l’import negli USA di eccellenze irriproducibili fuori dai nostri confini. Chiediamo che vengano messe in atto tutte le azioni diplomatiche necessarie a fermare la pericolosa escalation a cui stiamo assistendo e a scongiurare una guerra commerciale globale che avrà come prime vittime, da una parte, i cittadini statunitensi che faranno i conti con i prezzi insostenibili dei nostri vini, rinunciandovi, e dall’altra i nostri vitivinicoltori che subiranno la chiusura improvvisa di un mercato strategico e consolidato, dovendo tentare necessariamente l’apertura di nuove frontiere”.
“La minaccia di Trump è legata alla conferma dell’Europa del dazio del 50% sul whisky americano. La Commissione UE dovrebbe dimostrare buona volontà continuando ad evitare con la moratoria in essere questo dazio, salvaguardando così vino ed alcolici europei. Qualcuno deve cominciare a mostrare un po’ di buon senso, sia l’Europa a farlo per prima” sostiene il Direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati ISTAT, le tariffe aggiuntive al 25% imposte durante la prima Presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani avevano portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che è andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. Persino il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d’arresto del 6%.