Cronaca - 22 marzo 2025, 10:47

Sacha Chang, l'abbraccio e il bacio di sua madre dopo l'assoluzione

Dopo la lettura della sentenza della Corte d'Assise, c'è stato l'incontro tra i famigliari e il ragazzo. Ad averlo stretto tra le braccia, sussurrandogli all'orecchio 'yes' anche il fratello e la zia. Il settembre prossimo, verrà svolta una nuova perizia sul giovane

Sacha Chang

Sacha Chang

Con il bacio e l’abbraccio di sua madre. È finito in questo modo il processo a carico di Sacha Chang che, nella giornata di ieri, è stato assolto dalla Corte d’Assise perchè quello di suo padre e quello di Lambertus Ter Horst sono stati due omicidi commessi da “incapace non imputabile per vizio totale di mente”. 

Detto in altre parole, quando il giovane olandese inferse quelle nove coltellate, due al genitore e sette all'amico, non era in sé e non sapeva che cosa stesse facendo. Era l’agosto 2023.

Sacha per due giorni vagò nei boschi del Monregalese e, quando venne ritrovato, era svestito e messo in posizione fetale: quasi come volesse proteggersi da ciò che aveva fatto ma che, nel momento esatto, non aveva realizzato. "Un pacifico sintomo della patologia psichiatrica, ricondotto a ‘un ritorno ancestrale alle origini’" dirà poi in discussione il suo legale. 

Dopo essere stato ritrovato dai Carabinieri, Sacha venne ricoverato all’ospedale di Mondovì, trasferito in carcere a Cuneo e sottoposto alla custodia cautelare nel reparto dedicato a chi soffre di patologie psichiche.

I  suoi famigliari, madre, padre e fratello, avevano intuito l'esistenza di qualche problema perchè, già in Olanda, il ragazzo aveva dato segnali mai ancora diagnosticati, evidentemente sottovalutati, come dirà poi il pm nella sua requisitoria.  Il motivo di quella breve vacanza a Montaldo Mondovì, infatti era quello: un tentativo di farlo stare meglio e farlo ‘guarire’ da quella che poi, si apprenderà essere una grave forma di schizofrenia.

Il carcere di Cuneo, comunque, non si rivelò una struttura adatta alle sue esigenze. Il giovane venne quindi trasferito al carcere di Torino le Vallette e qui è rimasto sino a quando non è emersa la possibilità di farlo ospitare alla REMS di Bra. 

Alle REMS , letteralmente "residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza", sono destinati agli autori di delitto che vengono considerati “socialmente pericolosi”. Sacha, infatti, è risultato essere un soggetto socialmente pericoloso e, oltre a questo, il professore  Franco Freilone, nominato come consulente dalla Procura, rilevò  nel 2023 la sua non imputabilità perchè non capace di intendere e volere al momento dei fatti. Ciò significa che Sacha non avrebbe potuto essere punito. 

L'imputabilità è uno status del soggetto, cioè una condizione personale di chi commette il reato secondo cui "nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile.
È imputabile chi ha la capacità di intendere e di volere".

A gennaio 2025, poi, una nuova perizia stabilì che Sacha poteva partecipare coscientemente al processo celebratosi ieri, venerdì 21 marzo.  Il giovane, assistito dai legali Luca Borsarelli e Gabriele Carazza ha raggiunto l'aula del tribunale di Cuneo. Indossava una camicia grigia e paio di jeans e per tutta la durata dell'udienza non ha parlato. L'unica risposta data al giudice Elisabetta Meinardi, presidente della Corte d'Assise, è stato un "no grazie" alla sua richiesta se volesse rilasciare spontanee dichiarazioni. Sacha, seduto al primo banco, il posto riserivato agli imputati, ha atteso la sentenza con la testa fra le mani e con il sostegno dei suoi famigliari seduti dietro al pubblico, giunti dall'Olanda. 

Per il pubblico ministero, il dott. Mario Pesucci, nessun dubbio che quel ragazzo non dovesse essere punito ma aiutato. Nel corso della sua requsitoria, il magistrato ha parlato di una grave di forma di schizofrenia con aspetti catatonici, allucinatori e visionari. 

 La parola, poi, è passata all'avvocato di parte civile, Stefano Valentini, che ha assistito i famigliari di Lambertus Ter Horts, l'amico di famiglia. Per il legale sarebbe stato il caso di sottoporre Sacha ad altra perizia pscihiatrica: "Si può pensare che l’omicidio di Ter Horst sia stato attuato con consapevolezza perché era stato scoperto - ha detto-  tant’è che lo insegue per strada mentre il Ter Horst chiede aiuto: nel momento in cui sopraggiunge un operaio che stava lavorando alla costruzione della piscina e che aveva preso un tondino di ferro, Chang scappa. Sembrerebbe sintomatico di una presenza di spirito che mal si concilia con chi fosse completamente incapace”.  Quanto al suo ritrovamento di fronte alla chiesetta due giorni dopo da parte dei Carabinieri, anche quello, per il legale, altro non sarebbe che una presa di coscienza: "Potrebbe essere sintomatico della comprensione di quello che era avvenuto e della volontà di evitare che eventuali unità cinofile potessero individuarlo e raggiungerlo”. Per ciascuno dei tre figli della vittima, l’avvocato aveva chiesto una provvisionale di 300mila euro. 

Ma la non imputabilità, come ricordato dall'avvocato Borsarelli, esclude la possibilità del risarcimento: così è stato stabilito in una sentenza della Corte Costituzionale del 2016. “Voglio spendere qualche parola su chi è Sacha Chang”- ha detto il legale-. "Sacha suona il saxofono, è un bravo ragazzo che  studia cinese ed è un ragazzo che sta cercando di fare di tutto per recuperare una patologia psichiatrica che l’ha portato a compiere atti che, difficilmente ancora adesso riesce a concepire e pensare. È un ragazzo che sta affrontando un percorso terapeutico funzionale. Il trasferimento in Olanda l'ha chiesto la stessa REMS. È una persona che va curata, non punita. Perché quando ha commesso il fatto completamente incapace di intendere e volere. Quel momento era pacifico sintomo della malattia". 

La Corte d'Assise, al rientro della camere di consiglio, ha dato lettura del dispositivo: non imputabile per vizio totale di mente. A suo carico è stato anche disposto il mantenimento del ricovero in una REMS per un periodo non inferiore a dieci anni. Un nuovo esame circa le sua condizioni psichiatriche è stato fissato per il prossimo 26 settembre. 

Dopo la sentenza, in aula è calato il silenzio. Sacha, seduto al primo banco, si è voltato cercando lo sguardo dei famigliari che, in lacrime, lo stavano aspettando tra il pubblico. Gli agenti della Polizia penitenziaria lo hanno accompagnato dalla mamma che, in lacrima, lo ha stretto in un un lungo abbraccio sussurrandogli "yes". 


 

CharB.

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