Si sono celebrati questa mattina nel Duomo di Alba i funerali di Giacomo Oddero, imprenditore vinicolo, uomo politico, pragmatico e cionondimeno sognatore. La sua visione ha cambiato il territorio albese, contribuendo ai grandi successi oggi riconosciuti alle colline di Langhe e Roero. Dal Centro Nazionale Studi sul Tartufo, da lui fondato nel 1997, all'Acquedotto delle Langhe, l'eredità di Giacomo Oddero è tangibile e viva nei ricordi delle tante persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo e oggi lo hanno ricordato, riunite nel lutto.
Giacomo Oddero era nato nel 1926 nella frazione Santa Maria di La Morra. Dopo gli studi presso il Liceo classico Govone di Alba e la laurea, conseguita a Torino, lavorò nella farmacia di via Maestra. La sua vita è stata accompagnata in ogni fase dal grande impegno nella storica azienda vinicola di famiglia, la Poderi e Cantine Fratelli Oddero, la cui fondazione risale alla fine del XVIII secolo. I vigneti Oddero sono affidati alla figlia Mariacristina e ai nipoti Isabella e Pietro, che nel solco della strada tracciata dal nonno proseguono l'attività di famiglia nel rispetto della grande tradizione che hanno alle spalle e forti dell'innovazione e del progresso che continuano a ricercare.
A dargli l’ultimo saluto insieme a loro l’altra figlia Mariavittoria, il nipote Giacomo, il genero Valter e il pronipote Alessandro. Accanto alla famiglia, presenti per il commiato le autorità cittadine e da tutta la provincia. Alle 10 di questa mattina, mercoledì 23 aprile, la salma ha raggiunto piazza del Duomo, sfilando sotto al monumento per il 50° anniversario della Liberazione, voluto per la città di Alba dall'allora sindaco Enzo Demaria, che insieme al capo dell’ufficio stampa comunale Giulio Parusso, trovò l’appoggio di Giacomo Oddero, allora presidente della Fondazione Crc, che finanziò l’opera.
A celebrarne i funerali il vescovo albese, monsignor Marco Brunetti. Nell'omelia, ha richiamato i brani degli Atti degli Apostoli e del Vangelo di Luca letti pochi istanti prima, per collegarli alla vita e al ricordo di sé che lascia il farmacista, produttore e amministratore pubblico: come gli apostoli e come Gesù, Oddero seppe prendersi cura, dare speranza, immaginare e concretizzare progetti che mettono l'Uomo al centro. "Testimone di amore e giustizia sociale, Giacomo Oddero ha vissuto la vera carità – ha spiegato monsignor Brunetti –. Come meglio ricordarlo se non attraverso le parole di Paolo VI, che disse «la più alta forma di carità è la politica»".
La medesima testimonianza che portano i nipoti: "Per il nonno Giacomo non esisteva distinzione tra pubblico e privato, era in famiglia come lo avete conosciuto. Un uomo capace di amore concreto nelle cose, piccole o grandi che fossero".
Oddero fu primo cittadino di La Morra dal 1965 al 1970, poi consigliere e assessore provinciale all'agricoltura. Fu presidente della Camera di Commercio di Cuneo fino al 1992 e poi presidente della Fondazione Crc fino al 2006.
Il commosso ricordo e la gratitudine della città di Alba per uno dei padri fondatori del territorio è espresso dalle molte persone presenti in Duomo in occasione dei funerali.